skin adv

Esordio Mondiale con clean sheet, le mani di Sestari a protezione della porta italiana

 24/11/2025 Letto 117 volte

Categoria:    Nazionale
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    ITALIA





Leggi 17-0 e al portiere non ci pensi. L’Italia ha vinto in maniera molto larga al suo esordio nel Mondiale di futsal alle Filippine, ma un clean sheet è pur sempre un clean sheet: non sarà stata la partita in cui è stata più impegnata in assoluto, ma le mani di Ana Sestari nel tenere inviolata la porta italiana contro Panama ci sono state eccome. Soprattutto nel finale, quando il match era ormai indirizzato da tempo, un paio di interventi importanti della numero uno azzurra hanno negato alle centroamericane di realizzare il gol ‘della bandiera’. E per un portiere non prendere gol è sempre una grande soddisfazione.

ANA SESTARI - La storia di Ana Carolina - raccontata a Vivo Azzurro TV durante il raduno al CPO ‘Giulio Onesti’ di Roma - è simile a quella di molte ragazze che hanno attraversato l’oceano e ritrovato le origini della propria famiglia. “Sono cresciuta a Nova Bréscia, in Brasile, una cittadina molto italiana, fondata da emigrati. Mio nonno è innamorato dell’Italia: quando ero piccola e non voleva farsi capire, parlava in dialetto con mia nonna”. Dopo aver mosso i primi passi nel futsal a scuola, facendolo inizialmente di nascosto dal papà che non voleva che giocasse, a 14 anni, dopo aver vinto le resistenze del padre, Sestari va a giocare a oltre 8 ore di macchina da casa, lontana dalla famiglia per inseguire il suo sogno: “Ho fatto tutto il settore giovanile del Barateiro, fino ad arrivare in prima squadra. Una volta finita la scuola sono venuta in Italia, per fortuna ora sono qui”.

PASSIONE E CRESCITA - Ma la storia sportiva di Sestari poteva fermarsi bruscamente tre anni prima del suo arrivo al Barateiro: “A 11 anni feci un incidente in bici e andai a sbattere contro una macchina. Mi ruppi il femore e il dottore mi disse che non avrei più potuto giocare, era troppo pericoloso. Ma siccome sono testarda, ho fatto a modo mio e ho iniziato a giocare di nascosto. Alla fine il dottore mi disse: almeno fai un ruolo dove non puoi prendere tante botte… È così che sono diventata un portiere”. Si auto-definisce testarda e perfezionista “ma le compagne dicono che sono anche molto comunicativa. A volte è un bene, altre un male” sorride Sestari che, parlando di Nazionale, aggiunge: “Sono stata convocata per la prima volta nel 2019 ed ero il terzo portiere. Le mie ‘colleghe’ mi hanno aiutato e consigliato molto. A quel tempo quando giocavo sentivo molto la pressione, ero solo una ragazzina. Ora è tutto diverso: non dico di essere tranquilla, ma ho la consapevolezza che sono in campo a fare quello che più mi piace, giocare a futsal e questo fa la differenza”.

VITA PRIVATA E AZZURRA - Quest’anno, dopo la vittoria dello scudetto col Falconara, Sestari – che nel frattempo si è trasferita a Roma – ha trovato anche il tempo per laurearsi in Scienze Motorie: “Mi piacerebbe rimanere nel mondo dello sport, magari come personal trainer. Nel tempo libero amo leggere i libri e ora ho preso anche un piccolo bassotto, gli faccio da mamma”. Portiere col vizio del gol (15 nelle ultime due stagioni, doppietta e assist nell’ultima finale scudetto), la nativa di Nova Bréscia aggiunge: “Il Brasile mi ha dato tanto, lì c’è ancora tutta la mia famiglia, ma sono italiana, non brasiliana. Mi piace dire di essere pescarese di adozione, ogni tanto parlo anche in dialetto. Sono legata a Pescara e all’Abruzzo, è stata casa mia per tanti anni”. E sulla Nazionale infine aggiunge: “Siamo una squadra in cui ognuna lotta l’una per l’altra. Quello che conta è la volontà di fare le cose per bene e questa squadra è fatta così”. Mercoledì 26 novembre si gioca la seconda giornata del Mondiale proprio contro il Brasile, una specie di derby per lei e per le altre ragazze di origini carioca: sicuramente uno stimolo in più per provare a vincere ancora. Appuntamento alle 13.30 in diretta su RaiSport.


Ufficio Stampa Figc 





Pubblicità