Sandro Arpinelli docet: “Il preparatore dei portieri figura fondamentale nel calcio a 5â€
L'INTERVISTA - Lo storico preparatore dei portieri della S.S. Lazio C5 racconta il suo mestiere che in tanti, forse troppi, in questo mondo sottovalutano. “Serve più identità del nostro ruolo. Dovremmo allenare i nostri ragazzi sin da piccoli. Montefalcone, Di Ponto e il mio Basile i migliori giovani”.
Alessandro, può risultare scontato domandartelo, ma quanto è importante la figura del preparatore dei portieri nel nostro mondo?
Se tutti dicono che il portiere è almeno il 50% del valore di una squadra, allora ci siamo risposti da soli. Il preparatore dei portieri è fondamentale: se è importante chi difende i pali, lo è altrettanto chi ne segue la crescita. Purtroppo, e me ne rammarico, non mi sembra ci siano tanti preparatori dei portieri presenti negli organici di squadre dalla serie A alla serie C.
Nel calcio non è così.
Già. In seconda o terza categoria tutti hanno il loro preparatore dei portieri, nel calcio a 5 invece questa figura viene a mancare troppo spesso. È un fatto secondo me deprimente: tante squadre vengono a giocare a Roma contro la Lazio e noto quanto le società siano sprovviste di colleghi. A parte le solite note, che annoverano fior fiore di preparatori, da Scordella a Ceteroni, ahimè vedo che in molte non ci puntano proprio. Da questo punto di vista dovremmo prendere esempio dal calcio, io faccio sempre questa correlazione. Anche quest'anno sono stato in ritiro con la Ternana del mio amico Quironi per cercare una collaborazione: ci sono tante cose che loro possono rubare a noi e viceversa, non solo sul piano dei portieri. Basti pensare a Riccardo Manno che è ora a Firenze e collabora con Montella.
È un momento difficile per i portieri italiani?
A questa domanda si risponde con la mia prima risposta che ho dato. In Italia mancano figure che siano vicine ai portieri fin quando muovono i primi passi fra i pali. Ogni singolo portiere va allenato in maniera diversa, non può esserci un protocollo fisso da seguire, l'allenamento di un estremo difensore non è una cosa schematica. Bisogna seguire un determinato percorso a seconda delle caratteristiche di ogni singolo giocatore. Non posso allenare per esempio Patrizi come alleno Molitierno. In Italia c'è difficoltà nel reperire bravi portieri perchè manca un lavoro alle basi. C'è stata un'involuzione nel ruolo, questo è chiaro.
Qual è stato il portiere più forte che hai allenato?
Di quelli stranieri sicuramente Kiko Bernardi e Brumatti, degli italiani non possono non nominare Ciccio Angelini, Ripesi e Bernardi. Insomma, mi è andata bene (risata, ndr).
Il portiere straniero più forte.
Indubbiamente Luis Amado e subito dopo Tiago.
Fra i giovani italiani, quali sono i migliori?
Seguo con particolare attenzione i '94. Montefalcone è fortissimo e credo che Di Ponto resti uno dei ragazzi che può crescere maggiormente. Non nomino il mio Basile perchè sarei troppo di parte.
Nel femminile? Quali sono i migliori portieri?
Margarito è la numero uno e subito dietro di lei dico Mascia. Salinetti potrebbe tranquillamente entrare fra le prime, ma può migliorare ancora molto. Infine dico attenzione ad Angela Vecchione. Il portiere de L'Acquedotto ha tutte le potenzialità per diventare un fattore decisivo.
In prima squadra hai due portieri italiani, Patrizi e Molitierno. Che portieri sono? Potrebbero entrare nel giro della nazionale?
Il primo – Patrizi - lo è già nel giro della nazionale e potrebbe tranquillamente rientrare nel roster dei giocatori che può partire per il mondiale. Su Molitierno posso dire che l'ho allenato già nel 2009 e invito tutti a venire a vederlo fra un mese, un mese e mezzo e capire quanto sia migliorato in questo lasso di tempo.
In definitiva, serve allenare i portieri?
Assolutamente sì. Spesso le società preferiscono fare investimenti diversi, puntando più su un giocatore che su una figura dello staff tecnico. Ecco, la differenza fra noi e il Brasile, per esempio, al momento è proprio questa. Da loro i bambini di 6 anni trovano delle scuole di portieri di futsal. Dovremmo prendere spunto e imitarli.
Prima hai nominato Quironi. Sappiamo essere il promotore di una bella iniziativa.
Sì, lui è il preparatore dei portieri della Ternana Calcio e ha di recente pubblicato un libro e un dvd nel quale racconta quanto sia importante, oltre l'ambito fisico e tecnico, anche l'aspetto “situazionale” dell'allenamento di un portiere: “imPARANDO. Il cammino verso il situazionale”. I ricavi della vendita di questo interessantissimo libro e di questo dvd, andranno devoluti in beneficenza alla fondazione che sostiene la ricerca per sconfiggere una rarissima malattia che ha colpito Serena Grigioni (figlia di Adalberto Grigioni, preparatore dei portieri della Lazio): la neuropatia delle piccole fibre periferiche e autonomiche. Una malattia che solamente 200 persone al mondo hanno e della quale esiste solamente un altro caso in Italia.
Matteo Santi
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