Mario Patriarca: "Per contrastare la Lazio c'è solo un'arma, il collettivo"
È stata una settimana un po' tribolata per il Pescara. La sconfitta di sabato scorso ha lasciato solchi profondi sui volti di Morgado e compagni, solitamente improntati al sorriso e al buon umore ed invece in questi giorni segnati da rughe profonde e mascelle serrate. Poca voglia di ridere e ancor meno di parlare, in tutti però la convinzione di essere chiamati al riscatto e la voglia di cancellare con una bella prestazione l'inatteso scivolone interno con il Napoli.
Volati nella Repubblica Ceca per il doppio test match, De Luca, Nicolodi, Leggiero e Bruno sono rientrati nella tarda serata di giovedì. Mario Patriarca ha così potuto gestire la preparazione della difficile partita con la Lazio solo a ranghi ridotti ma non per questo ha lavorato con minore intensità del solito. È stata, anzi, per lui una dura e ancor più complessa settimana di lavoro, avendo dovuto, prima ancora di impostare le soluzioni tattiche, atte ad arginare la forza della Lazio, rigenerare il morale e la fiducia dei suoi giocatori. "La partita di sabato scorso - ha dichiarato Patriarca - va cancellata dalla memoria al più presto possibile. In questo gioco si vince e si perde a volte per un dettaglio e non ho niente da rimproverare ai miei ragazzi. Abbiamo prodotto una serie industriale di palle gol, realizzando la miseria di soli due gol. Se in questa sconfitta è necessario individuare un colpevole, sono pronto ad addossarmi ogni responsabilità. Una volta trovato il secondo vantaggio avrei dovuto invitare i ragazzi ad un semplice controllo della gara, lasciando il boccino in mano ai napoletani. Non è nelle nostre corde mettere da oarte il gioco e pensare solo a difenderci ma in partite strane come queste, a volte, sarebbe utile snaturare la propria indole per portare a casa con tranquillità i tre punti di giornata. Ero molto più arrabbiato dopo il pareggio di Montesilvano, quando avremmo potuto e dovuto portare a casa senza tremori di sorta la vittoria. Adesso dobbiamo mettere da parte ogni timore reverenziale, perché la paura rende sordi e appesantisce la testa e le gambe. Sarà importante opporsi alla Lazio non cercando di vincere la partita individualmente. Se così fosse saremmo spacciati perché la loro qualità tecnica è in questo momento superiore. I nostri due giocatori più esperti, Fabiano e Ghiotti, sono, per motivi diversi, ancora avulsi dai meccanismi di gioco e sabato dovremo fare a meno anche dello squalificato Jader Fornari. Per spuntarla abbiamo solo una carta, giocare come collettivo e mettere in campo tutto quello che abbiamo a servizio degli altri, bandendo ogni personalismo e ogni velleitarismo. Se giocheremo di squadra, in questo momento della stagione, vincere o perdere sarà un dettaglio. Una cosa è certa, oggi siamo una squadra ancora con la scritta "lavori in corso", ma a tempo debito, quando le partite assegneranno verdetti inappellabili, noi ci saremo e non tradiremo le attese. Questo lo posso promettere sin da adesso".
Ufficio Stampa
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