Bellomo, l'«architetto» del gol che fa sperare Venezia: “Meritiamo di rimanere in Aâ€
17/04/2013 Letto 853 volte
Categoria: Serie A
Autore: Divisione Calcio a 5
Società: FRANCO GOMME VENEZIA
Se il Franco Gomme Venezia è ancora in corsa per restare in serie A lo deve alla sua tigna, al desiderio di far fronte (comune) per sconfiggere una crisi economica che ha investito il Paese. E alle reti di Erik Bellomo. Non una, non due e nemmeno tre nel 10-6 rifilato al Kaos. Ma addirittura sei. Tutte insieme. Per molti un record. Non per lui, l’habitué del gol. “Quando giocavo con la Marca mi era capitato di farne sette al Pescara, lo ricordo perché in tribuna c’erano i miei genitori”. Anche nel penultimo turno di campionato di serie A, il binomio Bellomo-“amici di Bellomo” è risultato vincente. In tribuna, al PalaCosmet, c'era una coppia di amici, venuta ad applaudire il pivot paulista. “Ho chiesto alla società se può affittare un appartamento ogni settimana per i miei amici, così noi vinciamo ed io segno”. Con tanto di risata annessa. “Oggi è toccato a me - torna subito serio - magari sabato prossimo è il turno di un mio compagno di squadra. Basta vincere”.
UNA GIORNATA SPECIALE – In Brasile c’è un detto: “il pivot che non segna, muore di fame”. Bellomo è un bomber che gode di buonissima salute. “Sì, certo che lo conosco – sorride - ma credo che sia un proverbio internazionale. Il pivot nasce per far gol, perché è il più vicino alla porta avversaria, può sfruttare i movimenti dei compagni di squadra e concretizzare meglio di chiunque altro un’azione offensiva. E’ normale che quando il gol non arriva, vive una situazione difficile. Io – continua a ridere – ho mangiato, eccome! Il gol più bello? Su This is Futsal è stato scelto il mio terzo, ma io preferisco il quarto, quello di tacco, ho sfruttato bene un tiro incrociato di Bruno Rossa”. Sei reti ed una dedica collettiva: “Ci pensavo subito dopo la partita, in doccia. Sabato scorso per me è stata una giornata speciale. I miei gol sono per tutti i miei compagni di squadra, per chi è rimasto e per chi ha scelto di andar via a campionato iniziato. Per la società. Viviamo un momento economico davvero difficile, che si riflette inevitabilmente su ogni club. Non so come finirà questa stagione, se ci salveremo o meno, ma la mia dedica è per tutti quelli che fanno parte del Franco Gomme Venezia”.
LA CARRIERA – Erik Bellomo fa parte di quella infinita schiera di brasiliani che approcciano a questa disciplina sportiva sin da piccolissimi. “Avevo otto anni quando ho cominciato”. Già, in terra verdeoro, e ora finalmente anche in Italia, un bambino comincia con il futsal e il calcio a 11, una cosa sola fin quando ognuno non sceglie la propria strada. “Inizialmente volevo giocare a calcio a 11 e per un breve periodo l’ho fatto (con il São Paulo, ndr), poi ho preferito il futsal. Possono sembrare due sport simili, in realtà nel calcio a 5 la risposta di pensiero in uno spazio così stretto, deve essere più veloce”. Studia, gioca e lavora il giovane Bellomo. Poi una chiamata dal Belpaese, dall’altra parte della cornetto c’era la Lazio Colleferro: “Mi si aprì l’opportunità di venire in Italia, ero laureando in architettura. Non è stata una scelta facile perché non è mai facile lasciare la propria città, famiglia e gli amici. Alla fine ho deciso di venire in Italia e qui sono rimasto”. L’avventura del pivot di San Paolo comincia con l’allora Lazio Colleferro: “Il primo anno non fu facile per niente, eravamo finiti in zona play out, ma alla fine andammo ai play off e riuscimmo a centrare l’obiettivo della salvezza. Con me c’erano proprio Bruno Rossa e Danieli, mi aiutarono moltissimo ad ambientarmi. Conservo tanti bei ricordi”. Dal 2004 al 2007 in terra capitolina. Poi il grande salto. “Mi contattò la Marca, che era appena salita in serie A e aveva un progetto di crescita molto interessate – ricorda Bellomo – ho vissuto un’altra vita perché mi ero abituato ormai all’Italia”. Arrivano i primi trofei. E che trofei: uno scudetto e due Supercoppe italiane. “Esperienza bellissima, c’è stato uno scambio di favori se così possiamo dire. La società ha puntato sul gruppo e il gruppo ha dato delle risposte importanti”. Da Castelfranco Veneto in terra lagunare, il passo è breve. “Venezia è un’altra realtà, qui ci sono poche risorse ma tanta passione e carattere. Ho conosciuto persone semplici e perbene, è stata un’annata complicata, molti sono andati via, rispetto la loro decisione, ma io ho deciso di restare”. L’"architetto" ha trascinato a suon di reti il Venezia alla salvezza, nel primo anno di serie A. E ora prova a concedere il bis.
IO E I GIOVANI – Il ruolo di Bellomo non è solo quello di pivot. Ma il bomber paulista sta facendo da chioccia ai piccoli talentini lagunari in rampa di lancio come Callegarin e Penzo, ormai in pianta stabile nel roster di Gigi Pagana. “L’Under 21 si allena con noi, io non mi sento ancora un allenatore”. Piuttosto un dispensatore di ottimi consigli per i giovani, presente e futuro non solo del Franco Gomme Venezia, ma di tutto il movimento calcettistico nostrano. “Io ai giovani innanzitutto dico sempre di continuare a studiare – sottolinea – proprio come ho fatto io. Ascoltare le dritte dei più esperti può aiutare, ma in questo sport sono fondamentali gli allenamenti, l’impegno quotidiano, ci deve essere sempre voglia e passione, anche se non esiste un segreto in particolare per diventare grandi giocatori”. Ma Bellomo sa come arrivare al top. “Non fermarsi mai, sentirsi sempre più bravo del giorno precedente. Io, per esempio, sabato ho segnato sei reti, ma ora sto pensando ad applicarmi per migliorarmi”. Sagge parole, quelle di un pivot che continua a segnare e non morirà mai di fame.
divisionecalcioa5.it
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