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Agenore Maurizi, 13 anni dopo: "Il futsal sta vivendo una crisi politica e tecnica"

 19/06/2020 Letto 2448 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Redazione
Società:    VARIE





Ha abbandonato il futsal nel 2007, dove ha certamente lasciato il segno conquistando 2 Scudetti e 3 Coppa Italia. 9 anni intensi, dove in 6 occasioni è giunto alla Finale Scudetto, uno di quei signori che ha dato tanto al nostro movimento, prima da giocatore e poi d'allenatore. Agenore Maurizi distante il giusto dal futsal, ci ha esternato come secondo lui è la situazione attuale del movimento Calcio a 5, sia politico che tecnico.

CRISI – “Il Calcio a 5 dal mio punto di vista sta vivendo una crisi politica e tecnica importante – le prime parole dell'ormai ex tecnico del Latina calcio -, evidenziata dalle dimissioni del presidente in carica Andrea Montemurro. La diversità di vedute e le divisioni all'interno del Consiglio direttivo ed esterne tra gli addetti ai lavori, più l'ecocentrismo personale degli uomini di potere del movimento, hanno portato ad un punto di non ritorno. Fin quando non accetteranno la realtà, che la Divisione Calcio a 5 non è autonoma, ma vive sotto l'ala protettrice della Lega Nazionale Dilettante, il Calcio a 5 non potrà mai fare quel salto di qualità che tutti gli amanti della disciplina con il pallone a rimbalzo controllato auspicano. C'è uno statuto e non vi si può andare contro, chi pensa di andare contro lo statuto, si scontrerà contro la LND”.

IO E IL FUTSAL – Ma come si è avvicinato Agenore Maurizi al futsal? “Giocavo a calcio alle dipendenze di Fabrizio Tonelli, poi divenuto presidente della Divisione, con lui c'è tutt'ora un grande rapporto di stima e amicizia reciproca. Lui mi ha portato a giocare a Calcio a 5, nel suo Torrino, quello allenato da Alessandro Nuccorini. Io nasco come tecnico federale e uomo di fiducia del compianto dirigente federale Elio Giulivi, - a lui ho fatto anche una dedica con ringraziamento nel mio libro del 2018 -. Poi venne squalificato per la famosa partita Rieti-Pomezia del Toto-gol, ed io grazie a Cragnotti rientrai nel calcio a 5, dove da allenatore ho ottenuto dei grandi risultati. Nel 2007 dopo alcuni dissensi sui principi di crescita sul movimento, venni chiamato da Ughelini e Barbieri per allenare la rappresentativa nazionale di calcio di Serie D. Da lì in poi ho intrapreso la mia carriera di allenatore professionistico, oramai sono trascorsi 13 anni”.

IL FUTSAL OGGI – Però seppur distante, hai seguito sempre il futsal... “Guardo il calcio a 5 sempre con amore e con interesse, nonostante sono uscito dal giro da 13 anni, mi rendo conto che prima c'erano dei problemi dovuti alla crescita, oggi ci sono delle problematiche dovute alla decrescita. In questi giorni leggendo il vostro portale, mi è balzata agli occhi la notizia della probabile candidatura di Luca Bergamini, - prosegue Maurizi -, una persona di altissimo spessore politico ed umano, ha fatto una grande carriera nel futsal, Montemurro ha depositato la sua maglia nel museo di Coverciano. Luca, prima lo sentivo spesso - conosce bene il calcio ed il futsal -, poi in questo periodo di lockdown ci siamo persi di vista, leggere questa notizia mi fa felice, anche se non conosco le sue idee, so che quando scende in campo, lo fa al meglio delle sue possibilità. Potrebbe essere una bella risorsa per il movimento del futsal, potrebbe essere quel valore aggiunto che permetterebbe di far ripartire il movimento. Forse la persona giusta al momento giusto. Ho sempre consigliato gli ultimi due presidenti uscenti della Divisione di circondarsi di persone che possono far bene al calcio a 5, persone che abbiano qualità in grado di far crescere il futsal”.

UN PENSIERO TECNICO – Quando vedi una gara di futsal, che aspetto tecnico noti? “Più che dal punto di vista tecnico credo che in questo momento ci sia più bisogno di qualcosa dal punto di vista politico, sarò ripetitivo ma vedo il futsal in crisi, ci vuole una persona di spessore prima che prenda in mano il movimento e detti delle linee guida che poi possono far lievitare anche il profilo tecnico. Sarà sicuramente cura del nuovo presidente, scegliere il commissario tecnico ed i tecnici per le Nazionali. Casa Italia, dovrà fare delle scelte molto oculate, perchè non ci sarà bisogno di scegliere solo  allenatori che sappiano allenare, ma tecnici in grado di rinnovare il movimento, non nelle metodologie, ma rinnovo di progettualità. Negli ultimi 20 anni, non ce ne sono stati. Metodologie che permettano di tornare a riempire i palasport, far crescere società, farle diventare proprietarie di calciatori, parlo di senso di appartenenza, quindi anziché pensare alle prime squadre, bisogna curare le scuole calcio con la supervisione di tecnici federali preparati, i quali dovranno avere quella qualità che serve a generare giocatori del futuro. Io credo che di tecnici che abbiano questo spessore ce ne sono in Italia, vanno solamente individuati e messi al posto giusto creando una squadra in grado di far rinascere il calcio a 5, lavorando sul lungo termine. Non si dovrà investire solo sulla prima squadra, ma soprattutto sul settore giovanile. Io ricordo ai miei tempi che erano pochi i giocatori che non provenivano dal calcio, ma nati solo nel calcio a 5. Su tutti ricordo Ciccio Angelini, Alessio Musti, Marco Angelini, Marco Ripesi, provenienti dall'attività di base, ragazzi che non hanno mai giocato a calcio. Bisogna trovare una squadra che non guardi solo al risultato sportivo ma alla crescita del movimento. Questo il mio pensiero, io certo la vedo così perchè sono meno coinvolto emotivamente, non sono un presidente che mette i soldi ed ha voglia di vincere fin da subito”.

IL FISCALE ED I SOCIAL – Ci hai informato del reale motivo per cui hai lasciato il futsal. “Bisogna trovare una linea guida anche fiscale, l'aspetto contributivo nel futsal non viene mai considerato, io sono andato via soprattutto per questo. Un allenatore di Serie A ha una busta paga, dove versa i contributi, dove appena smetterà di allenare avrà una pensione dopo 40 anni di futsal? Sono i giocatori di Serie A dei lavoratori regolati da un contratto professionistico con i vari versamenti? Se si vuol parlare di allenatore o giocatore professionistico bisogna che ci siano tutti questi aspetti, se è un lavoro primario, - dichiara il due volte Campione d'Italia -, altrimenti se non ci sono tutte queste premesse, è un secondo lavoro o un dopolavoro. Dopo 40 anni di futsal quanto ho maturato di TFR? Queste erano le mie domande, le quali non hanno trovato risposte e mi hanno fatto intraprendere un'altra strada”. Mister hai detto di essere rimasto nauseato dal mondo social del futsal. “Si, veramente una cosa antipatica, che assolutamente bisogna regolarizzare sono i social, non ho mai visto quello che accade nel futsal, giocatori che scrivono sotto gli articoli dei club o allenatori che commentano decisioni. Il social è uno strumento che usano i tifosi per dire la loro sulle notizie che vengono messe in rete. Ho letto di Consiglieri Federali e possibili candidati che scrivono e commentano, si insultano. Addirittura attaccano voi addetti ai lavori che fate comunicazione e siete linfa vitale per il movimento, qui si sputtana, passatemi il termine, il Calcio a 5. Ci vuole qualcuno che inizi a regolamentare anche questo se si vuol veramente crescere”.

Redazione C5Live

 




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