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Provincia, Canapini e la prova più dura: «In campo col cuore dello Svenson»

 09/07/2018 Letto 1183 volte

Categoria:    Tornei
Autore:   
Società:    PROVINCIA DI ROMA





Costretto a fare l’allenatore del suo club per una noia fisica, Simone Canapini arriva alla volta della finale del Provincia. Percorso molto positivo quello del suo Svenson, arrivato alla missione più ardua: quella di battere il Savio padrone di casa.

PRE GARA – Solitamente questo torneo lo giocava, Simone Canapini. Per dei capricci fisici è costretto a dover allenare i suoi quest’anno, senza scendere in campo. Poco male, se il risultato di questo obbligato cambio di ruolo ha portato lo Svenson in finale. “Il nostro è stato un cammino molto buono, questo è dipeso dal fatto che siamo tutti amici e ci mettiamo sempre molto cuore. Siamo pronti anche per questa sfida, anche se bisogna dire che è proibitiva”, il realistico pensiero di Simone, alla vigilia della gara che decreterà il campione della 14° edizione del Provincia. “Giocheremo la nostra partita, accorti difensivamente e pronti a capire qual è il punto debole del Savio. Conosco Medici, conosco la sua forza. In più hanno una squadra compatta, organizzata dopo un anno di C1, sarà veramente la prova più difficile del nostro percorso qui. Ma metteremo in campo il nostro grande cuore, il cuore dello Svenson”.

CAMMINO – Quel Provincia che si conclude domani è stato, a detta di molti, un torneo di suggestiva bellezza. In tanti hanno riconosciuto lo spessore agonistico di questa edizione e la bellezza del post gara, targato Terzo Tempo. “Un torneo davvero di livello, con giocatori di spessore: tutte le squadre avevano giocatori di grande caratura. Mi viene in mente il Casal Torraccia coi fratelli Chilelli o la presenza di atleti come Giuliano Fortini”, le considerazioni del tecnico dello Svenson, che loda anche la cornice attorno al quadro del Provincia. “Funziona tutto, dal campo al tifo passando per il momento conviviale successivo alle gare. Squadre corrette, non si è verificato nessun episodio spiacevole”. Ora, però, bisogna chiuderlo in maniera piacevole. Contro i giganti del Savio.



Marco Panunzi
 



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