Amoroso family: quando il gol è di casa. "Ormai mio figlio segna molto di me"
Il 9 sulle spalle, il fiuto del gol e una grande passione per il pallone: gli ingredienti giusti da mettere sul piatto in casa Amoroso. Fabrizio il papà è il bomber dell'Arzignano calcio a 5, undici gol all'attivo nella stagione del ritorno in serie A e una salvezza da inseguire a tutti i costi. Nicola, classe 2008, veste la maglia degli esordienti dell'Hellas Verona e la porta nella prima parte di stagione l'ha gonfiata già una sessantina di volte. "Tra di noi non c'è più sfida, adesso il bomber di casa è lui, segna il triplo di me - spiega papà Amoroso - l'importante è che si diverta a giocare senza alcuna pressione di dover fare o arrivare, ma che soprattutto vada bene a scuola se no il calcio salta. Io e Erica (la mamma del giovane bomber) siamo categorici su questo aspetto e Nicola risponde con ottimi voti e una media alta". Inizio ad Arzignano con gli amici Antonelli e Marcio ad allenare il giovane attaccante passate anche sotto le grinfie di Momi Yabre, poi il passaggio tra le fila del Montecchio con mister Danese che ha aperto la strada verso il Verona scelto da Nicola dopo aver giocato una gara amichevole lo scorso anno. "Aveva ricevuto varie richieste, anche da fuori regione - continua papà Amoroso - e poi ha scelto l'Hellas di sua spontanea volontà, noi non abbiamo spinto verso nessuna soluzione doveva essere lui a decidere. Si è subito trovato bene, l'idea di approdare in una squadra professionistica lo ha letteralmente fatto impazzire".
Passione per il calcio: colpa di papà?
"Nicola è nato con il pallone, da piccolo abbiamo smesso di fargli regali perchè giocava solo col pallone e in casa non lo si poteva fermare".
Quanto siete uguali come calciatori?
"Siamo giocatori diversi, in comune abbiamo l'amore per il gol e il fiuto sotto porta. Nicola è sicuramente più tecnico di me e fa anche molti assist per i compagni. Strada facendo saprà farsi anche il carattere e il carisma che ho io adesso con tanti anni di esperienza accumulata negli anni a lottare per un pallone".
Qualcuno potrebbe pensare che la tua spinta sia indispensabile.
"Per lui farei tutto ma non certo per spingerlo avanti. Dove è arrivato è tutto merito suo e io sono il primo che lo spingo a fare altro, poi ripeto deve divertirsi e fare le cose che gli piacciono con la testa sulle spalle dando il massimo in ogni cosa che fa".
Però sa esultare come il papà.
"Quando vado a vederlo sono il primo ad esultare per i suoi gol e quando appoggia le dita al collo come faccio io a toccare il tatuaggio con la E di Erica mi rende felice come papà. Siamo molto legati peró lui ultimamente esulta molto più di me".
Ufficio stampa Arzignano
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