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Fortitudo e i figli di Pomezia: una targa per celebrare Francesco Molitierno e Michele Raubo

 17/11/2025 Letto 91 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    FORTITUDO POMEZIA 1957




A volte il valore di una società non si misura solo nei risultati, nei gol segnati o nelle classifiche aggiornate il sabato sera. Ci sono attimi – brevi, ma densissimi – in cui una comunità sportiva si guarda allo specchio e riconosce ciò che è, ciò che è stata, e ciò che vuole continuare ad essere. Sabato pomeriggio, nell’intervallo della sfida poi vinta 4-3 contro Cosenza, al Palalavinium è andato in scena proprio uno di quei momenti.
 
Patron Alessio Bizzaglia ha consegnato una targa e una maglia celebrativa al capitano Francesco Molitierno e al vice Michele Raubo. Il pubblico, caldo come nelle giornate speciali, ha fatto il resto: un applauso lungo, convinto, quasi orgoglioso. Di quelli che non si regalano, ma si sentono.
 
Per Molitierno si è voluto festeggiare con qualche mese di ritardo un traguardo che meritava tutta la luce del palazzetto: 100 partite ufficiali in rossoblù, macinate con la generosità di chi non si risparmia mai. Lo scorso anno non fu possibile celebrarlo: il Palalavinium era chiuso. Sabato, finalmente, il conto con la storia è stato pareggiato.
 
Per Raubo, invece, il riconoscimento è legato ai 50 gol ufficiali con la Fortitudo: cinquanta volte in cui ha fatto esultare una città intera, sempre con quel misto di ferocia e lucidità che lo hanno reso uno dei simboli offensivi di questa squadra.
 
Ma il punto, al netto dei numeri, è un altro. E lo sanno tutti quelli che sabato erano lì. Molitierno e Raubo non sono soltanto due colonne di questa squadra: sono due figli di Pomezia. Due ragazzi cresciuti qui, tornati qui, scelti e riportati a casa da Patron Bizzaglia in un progetto che, da anni, insiste su un’idea chiara: costruire una Fortitudo che sia identità, appartenenza, radici. Non solo acquisti e risultati, ma continuità, orgoglio, riconoscibilità.
 
Vederli lì, al centro del campo, con la loro gente attorno, è stato quasi un manifesto programmatico. La conferma che la Fortitudo non è una squadra assemblata, ma una storia che si tramanda. E se il presente dice 4-3 contro Cosenza e tre punti pesanti, il futuro passa anche da scene come questa: dai leader che incarnano la città, dai simboli che non tradiscono mai quel legame che li ha fatti nascere sportivamente.
 
Molitierno e Raubo, capitano e vice, sono più di due giocatori premiati.
Sono la fotografia più nitida di ciò che la Fortitudo vuole essere: una squadra che non dimentica mai da dove viene.
 
Ufficio Stampa Fortitudo Pomezia




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