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Rubrica | This is Life, Marcio Brancher: "Sono innamorato del mio lavoro, vorrei farlo per sempre!"

 27/09/2014 Letto 1338 volte

Categoria:    Serie A2
Autore:   
Società:    ARZIGNANO C5





Interrogato inizialmente sulle sue origini, sul dove e come egli sia cresciuto, sui i valori nel solco/in virtù dei quali sia stato istruito al mestiere di vivere e di conseguenza al futsal, il gioco della sua vita... Marcio Brancher né si fa attendere né si perde in chiacchiere. Le parole sono misurate quanto il rimbalzo della cosiddetta 'palla pesante': “Sono nato in Brasile, il paese si chiama Videira, nella provincia di Santa Catarina, al Sud del Brasile. La famiglia e l'umiltà sono stati per me strumento per la vita e di educazione allo sport. Sono un appassionato di futsal”.

UN APPASSIONATO DI FUTSAL - A chi si definisce – appunto – umilmente, forse troppo eufemisticamente “un appassionato di futsal” non appare sconsiderato l'onere-onore di ripercorrere le tappe più significative della propria lunghissima e fortunata carriera... L'iter di decenni sembrerebbe condensato – senza indugi - in quattro voli di mosca chilometrici... “Penso alla prima partita nella prima squadra, alla prima convocazione in Nazionale, al Campionato del Mondo, al'arrivo in Italia...”. Se il gioco fa parte della vita e corre parallelamente all'esistenza stessa, vanno certamente annoverate le persone più importanti con le quali sono state condivise gioie e delusioni, le anime che hanno potuto imprimere un segno duraturo e cangiante oltre il confine agonistico-sportivo... “Sono mia moglie e i miei figli”. Incalzato sul ruolo anomalo quanto prezioso di giocatore-allenatore nel suo Arzignano, quindi sul processo di continuo apprendimento e sull'atto di munificenza a beneficio del gruppo... e sulla possibilità che tale commistione di impegni abbia rappresentato la chiave del ritorno in A, Marcio risponde: “Quello di allenatore è il ruolo più difficile da quando gioco a futsal! È stata per me un'esperienza meravigliosa ma davvero troppo difficile da gestire. Non è stata una scelta mia ma della società; quel che conta è che alla fine siamo riusciti a salire in A. È stata quella la chiave? Forse...”.

PENSIERI - Proseguendo con le sue convinzioni ed ambizioni in previsione della nuova stagione, la colonna portante dell'Arzignano si dice appieno nel dominio del presente: “Le convinzioni sono semplici: lottare in ogni partita come se fosse l'ultima della carriera. Le ambizioni sono per adesso di salvarsi il più presto possibile. Il presente è fantastico. Il futuro? Oggi lo penso poco, cerco di vivere il presente...”. La domanda “Dove, da che cosa attinge la forza, la grinta e la positività necessarie per prodigarsi nell'illusione del gioco?” ingenera il confezionamento di una ready-made definizione di futsal:  “Come ho detto prima, sono innamorato del mio lavoro: vorrei farlo per sempre... Prepararsi fisicamente e mentalmente è la cosa più importante... Il futsal è infatti la combinazione in un secondo di forza, velocità ed intelligenza”. Dispiegando con agilità le ali con cui innalza la sua anima, Marcio soddisfa anche l'ultima curiosità: La storia è davvero maestra di vita? Quali sono gli eventi e i libri che gli hanno insegnato qualcosa di utile a sé stesso e ai suoi allievi? “Mi nutro di disponibilità verso gli altri, di amore verso la famiglia. Sì, penso che la storia sia maestra di vita. Ad insegnarmi davvero sono stati il tempo trascorso al fianco dei miei genitori e la Bibbia”.


Diomira Gattafoni

 



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