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#ForeverYoung, modello Fenice. Pagana racconta Azzoni: "Un predestinato"

 05/04/2017 Letto 3167 volte

Categoria:    Vari
Autore:    Ufficio Stampa
Società:    VARIE





L'INTERVISTA - Il nuovo che avanza. Ha stregato tutti in semifinale di Coppa Italia, convincendo perfino un esigente come Colini, che lo ha mandato in campo da pivot, un ruolo non suo ma che ha ricoperto in passato con il deus ex machina Nicola Paglianti, ripronendolo nello starting five del Pescara, nella finale vinta ai rigori con la Luparense. Ora tutti conoscono Giacomo Azzoni, ma quando "Jack" era soltanto un ragazzino, prima ancora di passare all'Asti, c'era chi sapeva che sarebbe diventato un esempio per tutti coloro che vogliono arrivare nella disciplina con il pallone dal rimbalzo controllato.

 

L'IDENTIKIT - "Un ragazzo eccezionale, bonario e intelligente, non c'è bisogno di ripetergli le cose 2-3 volte, capisce subito quello che deve fare. Noi in Fenice lo abbiamo già visto da pivot, è stato Nicola Paglianti il primo a utilizzarlo in quel ruolo". Così parlò Gigi Pagana, il tecnico che ha contribuito alla formazione di un talento, classe 1995, doc. "Chi è Azzoni? Un giocatore moderno, che riesce ad abbinare fisico, fisicità e tecnica, un laterale difensivo che si adatta a qualsiasi ruolo, che sta completando il suo percorso formativo". Qualità da non trascurare, un bravo ragazzo. "Di compagnia - continua Pagana - ha tanti amici, è religioso e gioviale, ama i viaggi. Gli dico sempre, però, di iniziare a lavorare per il futuro, perché il calcio a 5 non sarà il suo primo lavoro. Nessuna invidia per il suo successo e quello di Tenderini, siamo contenti che abbiano vinto col Pescara. Sapevamo da tempo che Azzoni sarebbe arrivato". Un retroscena. "Ho parlato con Fulvio, questa estate, dicendogli che Azzoni era perfetto per il suo gioco. Ogni giocatore, per me, ha un allenatore ad hoc da cui può trarre il massimo".

 

IL MODELLO FENICE - Azzoni rappresenta, paradossalmente, il passato per la Fenice. Già, sono anni che il club lagunare ha deciso di vivere un flashforward, anticipando eventi che apparterranno al seguito della storia. "Dopo 12 anni fra Serie A e A2, mi mancava una parte, che ho scoperto proprio qui in Fenice". Da quasi un lustro, Gigi Pagana è entrato a far parte di un mondo dove prima si formano allenatori, che ha loro volta trasformano ragazzi in calcettisti. "Noi facciamo sport. E quando si fa sport, si fa sport, ossia un divertimento di qualità, perché bisogna fare sacrifici per raggiungere degli obiettivi. Il divertimento e basta è un'altra cosa". Il percorso della Fenice è stato segnato in primis dal potenziamento di un già florido settore giovanile, poi la nascita della scuola calcio a 5, con allenatori formati, nuovi Nicola Paglianti, et voilà: ecco un modello, quello a cui il Venezia Calcio a 11 ha chiesto di lavorare sui 2010-2011, tanto per intenderci, un modello a cui cominciano ad ispirarsi altri club italiani di calcio a 5. "Il bello è che il Venezia è venuto da noi, non noi da loro - sorride - in Fenice abbiamo puntato sul prodotto locale, non c'è il risultato al primo posto, investiamo sul futuro, con un progetto serio e formativo sugli allenatori. Io faccio sempre formazione interna, andiamo tutti verso un'unica strada e chi non ci segue, chi pensa solo al risultato, è fuori". Così è nato Azzoni. Uno dei tanti, prima di diventare il primus inter pares. "Certo che in Fenice ci sono altri Azzoni - conclude Pagana - ma di nomi non ne faccio". Già, vanno scoperti. Proprio come Jack.

 

Pietro Santercole



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