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Italservice campione: laurea ad Honorio scudetti! "Io, mio fratello e i miei capelli"

 17/06/2019 Letto 1300 volte

Categoria:    Serie A
Autore:    Pietro Santercole
Società:    PESARO





E' sempre difficile, se non impossibile, mettere a confronto gli scudetti vinti. Ognuno lascia qualcosa di unico, ognuno è diverso dall'altro. Ma questo per Honorio è davvero differente. E' il primo conquistato lontano da San Martino Lupari, il primo a Pesaro e di Pesaro, il primo nel quale il suo infinito talento è stato messo fortemente in discussione.
 
LA CONSAPEVOLEZZA Una regular season da giocatore normale. Idem ad inizio playoff. Dopo gara-1 delle Finals le feroci critiche. Per qualcuno quel giocatorone ammirato per oltre un decennio, gioca troppo ma è finito. Lui, il campione, si è fatto scivolare tutto addosso, continuando a lavorare con la consapevolezza propria dei top player. "Gli anni passano - ci dice il fuoriclasse italo-brasiliano, 36 primavere il prossimo 21 luglio - so bene di non essere quello di qualche anno fa, ma mi aiuta il fatto di esserne consapevole. L'importante non è vincere, ma lavorare sempre per poter arrivare lì".
 
 
LA DEDICA è d'uopo. Un bacio lassù: "Tutto quello che faccio è per Eduardo, mio fratello (tragicamente scomparso a settembre 2016, ndr), lui la spinta giusta per andare avanti". Nella notte di Montesilvano nel quale l'Italservice sventola il suo primo titolare, Honorio torna a essere il giocatore con più tricolori, stacca nuovamente Edgar Bertoni e Nora (raggiunti nel frattempo da Canal) e diventa dalle settebellezze.
 
IL LOOK è diverso. Sin dai primi giorni nella città cara a Rossini, Honorio decide di rifarsi crescere i capelli. "Così sembro più giovane, no scherzo. In realtà perché avevo promesso a mio nipote che in Brasile ci saremmo fatte le treccine". Look alla Hamilton, tanto restare in tema di numeri uno, durante le Finals. In gara-5, però, le treccine spariscono. Honorio è un campione che non vive di scaramanzia. "No, no - ride - me le sono tolte perché non ce la facevo più, troppo prurito". Applausi.
 
Pietro Santercole


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